In questo articolo vi racconteremo la fase di lavorazione della cannabis: l'essiccazione. Come fare ad evitare la muffa nelle nostre infiorescenze di cannabis? Come bisogna procedere per effettuare una lavorazione corretta? Leggi tutto l'articolo per scoprire i segreti di una fase molto importante, che evita fastidi e problemi derivati dalla muffa e altri batteri. Nello specifico vi parleremo di:
- L'importanza dell'essiccazione
- L'essiccazione
- Quali sono le muffe più pericolose
- Quando c'è il rischio che si sviluppino le muffe?
- Qualche rimedio
L'importanza dell'essiccazione
Avete seguito con cura ed apprensione tutte le fasi di sviluppo e crescita delle vostre piante, che adesso sono pronte per essere raccolte. Probabilmente penserete che – a questo punto – il più è fatto, e in parte è vero, ma la fase di essiccazione è importantissima. Non bisogna sottovalutare questo procedimento, perché sbagliare qualcosa in questa fase potrebbe vanificare gli sforzi dei mesi precedenti. La fase di essiccazione è importantissima anche per il sapore e l'effetto che la vostra cannabis avrà una volta pronta per essere consumata.
Quando le cime sono pronte, bisogna mettere da parte l'impazienza e attendere il tempo giusto per assaggiare il frutto di tutti i suoi sforzi. Bisogna essere accorti, soprattutto per evitare che le vostre preziosissime cime siano attaccate dalle muffe. La cime di marijuana fresca contengono molta acqua e sbagliare qualcosa nel processo di essiccazione, o accelerarlo, potrebbe portare alla formazione di pericolose muffe, soprattutto il Botrytis e l'oidio.
L'essiccazione
L'essiccazione è un passo essenziale per rimuovere l'umidità dalle cime. Il metodo più utilizzato per essiccare la marijuana appena raccolta è appendere le cime a testa in giù, cosicché possano asciugarsi lentamente e in maniera naturale, senza l'ausilio di dispositivi artificiali, che accelerano il processo, ma possono diventare potenzialmente dannosi per i cannabinoidi e gli altri composti attivi contenuti nella pianta.
Le tecniche per appendere ed essiccare le piante dipendono soprattutto dalle risorse e dagli spazi di cui dispone il coltivatore. La zona di essiccazione dovrà essere ampia e priva di luce, con un temperatura costante intorno ai 20-21° e un'umidità di circa il 50%. Per appendere le cime si possono utilizzare materiali di uso comune e facilmente reperibili, come fili, corde o stringe, purché siano sufficientemente robusti da sopportare il peso della pianta.
Bisognerà mantenere ventilata in modo corretto una stanza completamente oscurata, per creare un'adeguata circolazione dell'aria che consentirà di prevenire la formazione di muffe o funghi.
Per evitare la formazione di muffe e funghi è importantissimo che temperatura e umidità restino costanti: la temperatura può essere controllata utilizzando caloriferi e climatizzatori, mentre l'umidità può essere misurata con un igrometro e regolata usando umidificatori e deumidificatori, a seconda delle condizioni dell'ambiente scelto. Il processo di essiccazione richiede un totale di 9 giorni, durante i quali è fondamentale controllare bene che non ci sia alcun segno di muffa.
Quali sono le muffe più pericolose?
- La Botrytis cinerea è un fungo della famiglia delle Sclerotiniaceae, ed attacca molte varietà di piante, tra cui la cannabis e la vite. Il nome latino “cinerea” si riferisce al colore grigio cenere assunto in particolare dall'uva quando viene attaccata da questa specie.
Quando la Botrytis attacca la pianta di marijuana tende ad attaccare inizialmente la base degli steli della pianta, rendendo piuttosto complicata la sua individuazione. Di solito i primi segni visibili si possono notare sulle foglie più piccole, soprattutto su quelle disposte intorno alle cime, che tendono ad appassire, scolorire e disidratarsi. È possibile inoltre notare una lanugine biancastra all'interno delle cime e sugli steli delle foglioline vicine ai fiori.
Di solito assume colorazioni grigiastre, blu-verdastre o bianche. Quando l'umidità è troppo bassa la Botrytis potrebbe provocare la disidratazione di parte o dell'intera cima, che tenderà a sbriciolarsi al tatto; quando l'umidità è alta può invece avvolgere i fiori, portandoli a decomporsi e ad assumere una consistenza molliccia.
Se individuata in questa fase sarà ancora possibile fermare l'avanzata di questo fungo. Se invece vi doveste accorgere del problema dopo molto tempo, probabilmente troverete la Botrytis in uno stadio già avanzato, caratterizzato da piccole formazioni circolari di colore nero distribuite sulla superficie della muffa. Ebbene sì, sono le spore della muffa, pronte per diffondersi in tutta la vostra coltivazione con una leggera massa d'aria.
- L'oidio, detto anche mal bianco, nebbia o albugine, è una malattia trofica delle piante causata da funghi Ascomycota nella fase asessuata del ciclo, in passato identificata con il genere di funghi imperfetti Oidium.
Si presenta come un sottile strato di muffa polverosa e biancastra presente sulla superficie delle foglie delle piante di Cannabis, che vengono attaccate per prime, prima che il “mal bianco” si diffonda all'intera pianta. L'oidio inibisce la fotosintesi, bloccando le fonti d'energia della pianta di Cannabis e, di conseguenza, portandola alla morte. Le foglie si accartocciano, ingialliscono, assumono colorazioni marroni e, infine, muoiono.
Anche se è difficile individuarlo nelle sue prime fasi di sviluppo, l'oidio tende ad apparire sulle foglie malate sotto forma di piccole macchie circolari in rilievo. Come la Botrytis, anche l'oidio sviluppa piccole spore nere, visibili nel suo stadio più avanzato, che si diffondono facilmente anche nelle coltivazioni indoor.
Entrambi questi tipi di muffe si possono sviluppare sia in coltivazioni indoor che outdoor e possono infettare in poco tempo un gran numero di piante di Cannabis; è per questo che sono estremamente pericolose anche su un solo esemplare, è facile che si diffondano in breve tempo su tutta la piantagione.
Fortunatamente, queste muffe tendono ad apparire e a svilupparsi solo in determinate circostanze, a cui devono susseguirsi alcune specifiche condizioni prima di potersi diffondere su un'intera pianta.
Quando c'è il rischio che si sviluppino le muffe?
Prima che la Botrytis o l'oidio riescano ad attaccare una pianta, devono presentarsi tre specifiche condizioni: basse temperature, aria stagnante ed eccessiva umidità/acqua. Il modo migliore per prevenire l'attacco di queste muffe è perciò quello di assicurarsi che nessuno di questi parametri si presenti all'interno di una piantagione e, almeno, bisogna evitare che convivano nello stessa fase.
Il rischio è minore per le coltivazioni indoor, in cui è più facile tenere sotto controllo i parametri ambientali. È importantissimo avere un buon impianto di ventilazione, per evitare che l'aria ristagni; bisogna poi evitare che le piante siano troppo vicine, fattore che potrebbe ostacolare il corretto ricircolo d'aria. Grazie ad un buon impianto di ventilazione si può inoltre tenere sotto controllo l'umidità interna di una grow room.
In una coltivazione outdoor, invece, le cose possono essere un po' più complicate. Una zona poco areata, caratterizzata da notti fresche e piogge frequenti, potrebbe ricreare le condizioni ideali per la crescita delle muffe. È perciò fondamentale scegliere con criterio l'area destinata alla coltivazione.
La minaccia di muffa è sempre in agguato, ma aumenta quando ci si avvicina alla maturazione dei fiori, che si ingrossano progressivamente, ostacolando la ventilazione intra-florale. Spesso cime di grandi dimensioni espongono la pianta a maggiori rischi legati alle muffe; molti growers preferiscono agire con la cosiddetta “potatura dell'apice” in modo da ridurre le dimensioni delle cime superiori. Si otterranno fiori più piccoli, è vero, ma saranno più numerosi e soprattutto più sani e sicuri. La dimensione ridotta delle cime riduce la quantità di umidità e di conseguenza il rischio di cadere vittima delle muffe.
Un altro fattore a cui bisogna fare attenzione al fine di evitare il marciume delle cime è l'irrigazione, in maniera particolare durante l'ultima fase della fioritura, quando il raccolto è imminente. Senza trascurare temperatura né l'umidità, in questa fase bisognerà essere attenti alla quantità di acqua somministrata alle piante. Non bisogna mai innaffiare le piante se non si è sicuri che siano in carenza d'acqua.
Il terzo aspetto da tenere in considerazione è la dimensione delle piante; gli esemplari più fitti sono i più appetibili agli occhi della muffa, e bisogna tenerne sotto controllo le dimensioni attraverso la potatura. Questa fase è la più delicata, perché più si avvicina il raccolto più si riduce la possibilità di utilizzare rimedi chimici, che potrebbero danneggiare il consumatore.
Proprio per questo, è fondamentale potenziare le misure preventive contro la muffa: qualora qualche parte della pianta dovesse venire danneggiata, nella maggior parte dei casi la soluzione passerà per l'eliminazione dell'intero esemplare in modo da evitare il contagio. Per le infezioni lievi, la rimozione delle zone colpite potrebbe forse bastare, il che consentirebbe di raccogliere le cime rimaste indenni. Non dimentichiamo, però, che prevenire è sempre meglio che curare.
Qualche rimedio
Il rimedio migliore resta la prevenzione. Non c'è cura migliore che prevenire il problema! Se comunque non avete fatto tutti i passi adeguati in precedenza ci sono altri rimedi che possono aiutarvi.
Per combattere la Botrytis l'opzione migliore è l'impiego di spray biologici, come i prodotti a base di Bacillus subtilis (Serenade), che possono aiutare a trattare la Botrytis e a tenerla sotto controllo fino al momento del raccolto, ma non riusciranno mai ad eliminarla del tutto. Per prevenire la diffusione della muffa, si possono spostare le piante infettate in una stanza calda con umidità estremamente bassa.
Contro l'oidio, invece, si possono adottare alcune strategie in più. Ci sono alcuni rimedi naturali che sembrano funzionare: potete aggiungete due cucchiaini di aceto di mele in 1L d'acqua e spruzzare la soluzione sulle vostre piante, oppure si può preparare una miscela con 60% di latte e 40% d'acqua da nebulizzate sempre sulle piante. Entrambe queste formule hanno la capacità di uccidere l'oidio.
Al di là dei rimedi naturali, la prima cosa da fare è eliminare tutte le foglie malate e spostare la pianta in una zona calda con bassa umidità; poi si può procede ad applicare un fungicida spray sicuro e specifico per trattare le infezioni da muffa. Questo dovrebbe in qualche modo tenere sotto controllo la diffusione dell'oidio.
Tuttavia, è importante tenere a mente che un eventuale trattamento a base di fungicidi andrà irrimediabilmente a compromettere la qualità finale delle cime. Questi prodotti, infatti, tendono ad alterare i sapori, gli aromi e la qualità dei fiori in sé.
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