In questo articolo vi racconteremo dell'iperemesi, una parola difficile e di cui molti ignorano l'esistenza.
Ma cos'è l'iperemesi da cannabinoidi? Come influisce? Può considerarsi una cosa attendibile o meno?
Leggi tutto l'articolo per scoprire come l'iperemesi da cannabinoidi influisce sul nostro corpo umano e con quali effetti. Nello specifico vi parleremo di:
- Iperemesi
- Cos'è la sindrome da iperemesi da cannabinoidi
- Com'è stata scoperta?
- Bufala o verità?
- Iperemesi
La cannabis è nota per i suoi effetti antiemetici, in grado di contrastare la sensazione di nausea e vomito anche nei pazienti chemioterapici.
È usata da sempre per combattere i problemi di stomaco, ma un nuovo studio ha portato alla luce una malattia poco conosciuta, la cosiddetta sindrome da iperemesi da cannabinoidi.
Un gruppo di ricercatori ha scoperto che in alcuni casi rari la cannabis può avere un effetto completamente opposto a quello a cui siamo abituati.
Nel 2004, uno studio condotto in Australia, ha descritto per la prima volta questa sindrome e nel 2009 è stata definita come Cannabis Hyperemesis Syndrome (CHS).
Prima di ciò, la maggior parte dei pazienti affetti da CHS era erroneamente diagnosticata con una sindrome da vomito ciclico, ma non veniva proposta una cura o una soluzione a lungo termine.
Somministrare un farmaco antiemetico a una persona con CHS significa andare completamente fuori strada: sia perché non si è individuato il problema, sia perché gli antiemetici sono del tutto inefficaci sulla nausea da CHS.
Cos'è la sindrome da iperemesi da cannabinoidi?
L'iperemesi da cannabinoidi sembra svilupparsi nei consumatori assidui di cannabis, che hanno usato l’erba in modo eccessivo per periodi molto lunghi.
All'inizio i sintomi si manifestano in maniera blanda, per riproporsi in forma più intensa in una fase successiva.
Secondo uno studio condotto dalla PA di Philadelphia, prima che i sintomi si manifestino possono passare anche 16 anni; il paziente che ha manifestato i sintomi più rapidamente è risultato affetto da CHS dopo tre anni di uso quotidiano e pesante di cannabis.
L'evoluzione della malattia si svolge in 3 fasi: una fase pre emetica, una fase emetica e il recupero.
La fase pre emetica inizia quando i sintomi cominciano a manifestarsi, anche se solitamente sono ancora lievi.
Questa fase può durare anni. I primi sintomi che appaiono sono vomito, dolori addominali e nausea, che solitamente porta ad un aumento del consumo di cannabis a causa della convinzione che la cannabis possa alleviarla.
Quando si avvia la fase emetiva, invece, si ha il picco dei sintomi: non dura più di 24-48 ore, ma in questo intervallo di tempo possono manifestarsi improvvisi e ripetuti attacchi di vomito e dolori addominali.
Si tratta di nausee intense, che portano al vomito anche 5/6 volte in un'ora, causando disidratazione, dolori addominali e perdita di peso corporeo.
L'ultima fase della malattia è il recupero, il momento in cui i sintomi scompaiono e i pazienti iniziano a riacquistare il proprio peso, perché l'appetito è ritornato.
La fase di recupero può durare mesi, ma spesso non rappresenta la fine della malattia, poiché la maggior parte dei pazienti ritorna a consumare cannabis in maniera assidua, ed è solo una questione di tempo prima che i sintomi compaiano nuovamente.
Come è stata scoperta?
I primi studi sulla CHS risalgono al 2004, quando a 19 ragazzi australiani è stata diagnosticata una forma di vomito ciclico. I pazienti avevano un'abitudine in comune: fumavano erba in grandi quantità.
Dei 19 pazienti, 9 sono stati coinvolti in uno studio sperimentale sul tema e, in sette di quei nove casi, "la cessazione dell'abuso di cannabinoidi ha portato alla scomparsa del vomito ciclico".
Troppo semplice? E infatti non è finita qui: i pazienti affetti da CHS trovano sollievo nelle docce molto calde, fatte di continuo per alleviare i sintomi.
La questione dell'acqua bollente torna in quasi tutti i report sulla CHS e addirittura ci sono pazienti che riferiscono di essersi scottati nel tentativo di alleviare i sintomi.
Non è chiaro il motivo per cui le docce calde aiutino, ma sono diventate un test rapidissimo per capire se si è affetti da iperemesi da cannabinoidi. Quando il paziente riferisce di trarre sollievo dalle docce molto calde, si ha la conferma della diagnosi.
Tra il 2004 e il 2012 sono stati condotti circa 30 studi sul tema, focalizzati più sui singoli malati che sulle macro dinamiche legate alla malattia.
Ad oggi si pensa che la CHS potrebbe essere provocata da un accumulo di cannabinoidi nel sangue o da un'anomalia dei recettori cannabinoidi del cervello. Nel 2012 il dottor Douglas A. Simonetto ha condotto il più grande studio sulla CHS finora realizzato, con 98 pazienti che presentavano tutti i sintomi della malattia.
La sua ricerca ha confermato che la CHS esiste e non è una bufala.
Secondo Simonetto, se si fuma troppa erba si potrebbero verificare sintomi come nausea e vomito ciclico (84 pazienti su 98 confermano di avvertire dolori addominali dopo aver fumato erba) e che, nella maggior parte dei casi, se si interrompe il consumo i sintomi spariscono.
Un nuovo studio condotto da ricercatori del Dipartimento di Medicina di Emergenza presso la Scuola di Medicina dell'Università di New York, tuttavia, suggerisce che i numeri coinvolti potrebbero essere molto più ampi.
Secondo gli scienziati guidati dal professor Joseph Habboushe, che hanno pubblicato i risultati della propria indagine sulla rivista Basic & Clinical Pharmacology & Toxicology, le persone colpite sarebbero addirittura milioni.
Bufala o verita?
In Italia si stima che siano circa 10 milioni i consumatori di cannabis, industriale (legale) e illegale ricca di THC.
Se dovesse esser attendibile ciò che si legge nello studio del dott. Joseph Habboushe, circa 200.000 italiani dovrebbero essere affetti da tale sindrome, che di certo non può essere sottovalutata perché comporta nausee ed episodi di vomito ripetuti.
La questione è molto strana, perché è notorio che la cannabis sia un forte antiemetico, impiegato persino in combinazione alle terapie con farmaci chemioterapici, oltre che nel trattamento dell'anoressia e della iperemesi gravidica grave.
Come può dunque provocare nausea e mal di pancia cronici in chi la consuma? Accade spesso che i farmaci, a lungo andare, provochino gli stessi sintomi che dovrebbero curare, ma la cannabis è una sostanza dal bassissimo gradi di tossicità. C'è qualcosa che non torna.
Sembra che non esista una cura per la CHS e che l’unica soluzione efficace sia smettere di fumare.
Considerato che la cannabis non induce dipendenza fisica, se dovesse insorgere la CHS in un consumatore, praticamente sarà semplicissimo guarire.
Anche in quei rari casi di dipendenza psicologica patologica da consumo di cannabis, «violenti attacchi di vomito, anche più di cinque in una sola ora», come riportano molti giornali, scoraggerebbero qualsiasi fumatore, annullando la dipendenza mentale.
La CHS è emersa di recente, ma il consumo di marijuana affonda le sue radici nel passato: perché è comparsa adesso? E, soprattutto, perché dovrebbe essere strettamente associata ai cannabinoidi?
Lo studio della NYU del dott. Joseph Habboushe sembra avere diverse falle: nei questionari proposti ai pazienti non ci sono domande relative alla quantità di cannabis assunta, né in merito al consumo di farmaci o di altre droghe.
Dei 2127 pazienti esaminati, solo il 7% ha dato riscontro positivo in merito agli effetti della sindrome. In realtà, solo il 32,9% di questi 155 - e quindi circa 50 persone - hanno manifestato tutti i sintomi della CHS.
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