Olio di Cbd sulla pelle

Curare la Psoriasi con olio al cbd

In questo articolo vi racconteremo delle proprietà del Cannabidiolo per poter curare la psoriasi. Molti studi scientifici hanno confermato queste grosse peculiarità del Cbd nel contrastare le malattie della pelle. Leggi tutto l'articolo per scoprire come è possibile curare la psoriasi con l'olio al Cbd, nello specifico affronteremo queste tematiche:

  1. Le malattie della pelle
  2. Cbd e pelle: cosa succede?
  3. La psoriasi
  4. Curare la psoriasi con l'olio Enecta al 10%
  5. Un nuovo farmaco da Parigi

Olio al Cbd

Le malattie della pelle

Un italiano su quattro ha una malattia della pelle, ma non tutti si curano come dovrebbero. Le patologie cutanee colpiscono soggetti di ogni età e influiscono notevolmente sulla qualità della vita di chi ne soffre, perché spesso sono visibili e creano un grande disagio psicologico. Oltretutto, curare una patologia cutanea è spesso anche un peso economico, poiché molti prodotti non possono essere rimborsati dal Servizio sanitario nazionale e diventano una significativa voce di spesa nell'economia domestica. La pelle è il nostro organo più esteso ed è costantemente esposta ad agenti irritanti, infettivi e potenzialmente cancerogeni e svolge un ruolo di valvola di sfogo del cervello

Le malattie infiammatorie cutanee che si manifestano in forma cronica sono la psoriasi e la dermatite atopica e colpiscono circa il 10% della popolazione. Si tratta di malattie studiate dai ricercatori di tutto il mondo, di cui ormai si conoscono i geni predisponenti e i meccanismi molecolari che portano all’infiammazione.

Nella maggior parte dei casi queste malattie si gestiscono con facilità sia a livello clinico che psicologico, ma nel 20% dei pazienti la patologia si presenta in forma grave, interferendo pesantemente con la qualità della vita, il successo nel lavoro e le relazioni sociali. «Chi è colpito da psoriasi diventa spesso un paziente complicato, che nel 60 per cento dei casi abbandona la terapia - dice Valeria Corazza, presidente della Fondazione Natalino Corazza.

In un momento in cui si parla di medicina personalizzata credo sia arrivato il tempo di concedere ai medici di curare nel miglior modo possibile i loro pazienti. I dermatologi devono poter scegliere cosa utilizzare, come e quando farlo, potendo accedere a ogni tipo di farmaco che reputino necessario».


CBD e pelle: cosa succede? 

I principi attivi della pianta di cannabis fanno bene alla pelle, su questo nessuno può obiettare. E i suoi benefici sono anche molti: il CBD fa bene sia alle cellule cutanee sane che a quelle danneggiate, agendo in maniera diversa a seconda del problema. Se c'è una cosa che mette d'accordo quasi tutti gli scienziati è che il CBD è un ottimo antinfiammatorio. Molti studi hanno dimostrato che il CBD riduce efficacemente la risposta infiammatoria della pelle, soprattutto nelle zone danneggiate, e di recente si è scoperto che questa proprietà funziona anche sui disturbi cutanei come l'eczema e la psoriasi.

Il CBD ha la capacità di bloccare l'interleuchina, la sostanza che sta alla base della formazione di placche psoriasiache, alleviando significativamente i sintomi della malattia. Il progresso della ricerca ha attirato molte attenzioni sul CBD e oggi sono molte le aziende attive nel mondo della cosmetica a base di CBD, creati appositamente per combattere questo tipo di patologie.

Olio al Cbd

C'è un'altra proprietà del CBD che lo rende irrinunciabile per i trattamenti cutanei. Il cannabidiolo ha incredibili proprietà nutritive e stimola il rinnovamento cellulare. La sua azione antiossidante lo rende un ingrediente preziosissimo per le creme anti-invecchiamento, sia per le pelli mature sia per quelle più giovani. Il CBD  svolge un'azione seboregolatrice, prevenendo l'invecchiamento cutaneo senza ingrassare ulteriormente la pelle. Questa caratteristica lo rende perfetto anche per il trattamento dell'acne-vulgaris, dovuta proprio all'eccessiva produzione di sebo. Se il CBD fosse davvero in grado di sconfiggere l'acne sarebbe una grande rivoluzione poiché ne soffrono migliaia di persone in tutto il mondo. 


La psoriasi 

Di solito si parla della psoriasi come di una malattia cutanea, ma – per essere precisi – si tratta di una patologia cronica autoimmune la cui causa è ancora ignota. Gli scienziati ritengono che la sua origine possa risiedere in un disturbo del sistema immunitario, che attiva una reazione errata nelle cellule cutanee, spingendole a crescere e a rinnovarsi troppo velocemente. È una malattia ereditaria e il genitore affetto da psoriasi la trasmette ai figli 7 volte su 10. Per decenni la psoriasi è stata erroneamente considerata una malattia psicosomatica, perché spesso compariva in persone con trascorsi psicologici complessi, ma la verità è che si sviluppa con più facilità in presenza di alti livelli di cortisolo, l’ormone dello stress. La psoriasi colpisce circa il 4% della popolazione ed è molto presente nell’Europa settentrionale, mentre è del tutto assente in altre parti del mondo.

Olio al Cbd

La psoriasi si manifesta con la comparsa di chiazze rosse, rosa o marroni dai contorni argentati, concentrate soprattutto su gomiti, ginocchia e cuoio capelluto. La crescita cellulare nei soggetti malati di psoriasi può essere anche dieci volte superiore al normale ed è causa delle squame presenti sulle macchie. In età più avanzata si possono manifestare gonfiori nelle aree delle articolazioni e, nel 25% dei pazienti, compare anche l’artrite psoriasica, che colpisce le piccole articolazioni di mani, gambe e della colonna vertebrale. 


Curare la psoriasi con l'olio Enecta 10% 

Non è stata ancora trovata una cura, perciò l'unica cosa che si può fare per il trattamento della psoriasi e dei suoi sintomi sono le terapie topiche a base di emollienti, cheratolitici, retinoidi, cortisonici, ditranolo e inibitori tipici della calcineurina. Da qualche anno la ricerca scientifica si è concentrata sul CBD, dimostrando che con l’uso topico di prodotti a base di cannabinoidi si possono ottenere molti benefici per i pazienti affetti da psoriasi. THC e CBD, infatti, riescono a mitigare i sintomi della psoriasi, agendo sull'infiammazione che la causa. 

Nel 2007 alcuni ricercatori della facoltà di medicina della Nottingham University hanno osservato che THC e CBD e anche altri cannabinoidi sono in grado di normalizzare la crescita dei cheratinociti, le cellule della pelle che si riproducono all'impazzata causando la psoriasi. La scoperta ha portato i ricercatori a promuovere l'ideazione di prodotti a base di cannabinoidi per rallentare la crescita incontrollata di cellule della pelle.

Nel 2015, la rivista scientifica JAMA ha pubblicato un articolo sul ruolo della cannabis nel trattamento del dolore cronico derivante da malattie cutanee, affermando che il CBD ha una potente azione analgesica, efficace su questo tipo di dolori. Nel 2017 invece si è giunti al risultato più avanzato nella ricerca in tema di cannabis e psoriasi. Sul Journal of the American Academy of Dermatology è stato pubblicato uno studio di un gruppo di ricercatori dell'università del Colorado, che ha chiarito il legame tra cannabis e pelle: gli scienziati si sono chiesti come i principi attivi della cannabis agiscano sulle malattie cutanee, e in particolare sulla psoriasi, e hanno confermato l'assoluta importanza del sistema endocannabinoide sul processo infiammatorio che sta alla base di tale patologia. 

Cannabis fiori

Un nuovo farmaco da Parigi

Nel 2018, durante il 27° Congresso della European Academy of Dermatology and Venereology di Parigi, è stato presentato uno studio di Report PsoClear che approfondisce l'efficacia del farmaco Brodalumab, che sembrerebbe garantire alte probabilità di guarigione nei casi di psoriasi vulgaris, anche in presenza di eruzione cutanea moderata o grave.

Il report ha analizzato due studi precedenti e un campione di oltre 4.300 pazienti e secondo i dati raccolti coloro che sono stati trattati con il brodalumab hanno ottenuto un miglioramento evidente già dopo 15 giorni di terapia. La pelle del 75% dei pazienti risultava completamente libera da lesioni e dai segni della malattia già dopo 52 settimane di cura. Il Brodalumab è in vendita anche in Italia dal 27 gennaio. Non si tratta di un farmaco a base di CBD, ma di un preparato biologico in grado di agire direttamente sui recettori che causano l'infiammazione, proprio come il CBD. 

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