Terreno per coltivare cannabis

Come preparare il terreno per coltivare cannabis

La qualità del terreno è il fattore più importante da tenere sotto controllo nella coltivazione della cannabis: il substrato colturale sarà l'habitat delle vostre radici, che dovranno avere sufficiente spazio per svilupparsi e sufficiente aria per respirare e permettere alla pianta di crescere.

Ci sono molti modi per fornire alla piante un terriccio ottimale in cui crescere e svilupparsi, ma per farlo occorre tenere sotto controllo un po' di aspetti. 

cannabis lightCome faccio a scegliere il terriccio?

Tre fattori contribuiscono alla capacità delle radici di penetrare nella terra: la sua consistenza, il pH e le sostanze nutritive presenti.

  • La consistenza della terra dipende dalle dimensioni e dalla conformazione fisica delle particelle minerali presenti. Se il terreno è troppo compatto, lo sviluppo delle radici e la ritenzione idrica e dell’ossigeno potranno risentirne, a causa dello scarso drenaggio e del peggioramento dei vari processi di assimilazione delle sostanze nutritive. 

Il terreno argilloso o di creta è costituito da particelle minerali minuscole che, bagnandosi, si ammassano una vicino all'altra, rallentando o arrestando la penetrazione delle radici e il drenaggio dei liquidi. I terreni sabbiosi presentano particelle molto grosse, che consentono una buona aerazione e un giusto drenaggio.

Occorre irrigare frequentemente, dal momento che questi tipi di terreno tendono a trattenere poca acqua. Il terriccio limaccioso è invece l’ideale per coltivare la cannabis: è composto da un mix di argilla, limo e sabbia e, grazie alle dimensioni diverse di questi elementi, drena bene pur trattenendo le sostanze nutritive e i liquidi.

  • Il terreno migliore per la crescita della cannabis ha un pH tra 6,5 e 7, perfetto per permettere alla marijuana di estrarre e ad assimilare adeguatamente le sostanze nutritive. Se il pH è troppo acido, i sali acidi si legano ai fertilizzanti, impedendone l’assorbimento da parte delle radici. Al contrario, un terreno basico con un pH elevato rende inassimilabili le sostanze nutritive. Il pH è particolarmente importante per la coltivazione in terra, poiché da esso dipende la presenza di determinati batteri utili alla crescita della pianta di cannabis.
  • La temperatura del terreno è fondamentale per garantire un assorbimento ottimale delle sostanze nutritive. La temperatura ideale per la maggior parte delle attività chimiche della cannabis si aggira tra i 18 e i 24°C. Un terreno freddo rallenta l’assimilazione di acqua e dei nutrimenti e impedisce la crescita delle radici. Se la temperatura del vostro terreno è inferiore è possibile usare appositi cavi o tappetini che, soprattutto nella fase iniziale della coltivazione,  stimolano la crescita radicale e facilitano lo sviluppo della pianta; se utilizzate i vasi, basterà provare a sollevarli da terra. 

Come ottenere un buon terriccio 

Un buon terriccio deve essere a reazione neutra, ricco di sostanze organiche e non eccessivamente calcareo. Esistono in commercio moltissimi prodotti pensati esclusivamente per la coltivazione della cannabis, che rispondono a tutte le caratteristiche già citate.

Non sono di certo la scelta più economica, ma garantiscono una resa ottimale. Il terreno perfetto per la coltivazione della cannabis può anche essere realizzato artigianalmente, seguendo delle semplici indicazioni.

Per ottenere un buon terreno occorre utilizzare:

  • 60% terriccio universale;
  • 20% perlite;
  • 10% fibra di cocco. 

Come già detto, uno degli aspetti più importanti della coltivazione in terra è vigilare sul drenaggio del terreno. La capacità del suolo di far respirare le radici, permettendogli di crescere e di svilupparsi al meglio, può essere ottimizzata con l'utilizzo della perlite, un ammendante del terreno che facilita il drenaggio e la respirazione delle radici. 

Cos'è la perlite?

La perlite è un vetro vulcanico amorfo, con un contenuto d'acqua relativamente alto, che si forma in modo completamente naturale. Contiene una discreta quantità d'acqua che –  sottoposta a temperature elevate (850-900°C) – si gonfia e fa espandere la perlite, che aumenta di molto il suo volume. 

La perlite è disponibile in commercio in tre formati diversi: fine, media e grossolana. La prima è quella più usata nella coltura della cannabis, spesso usata come ammendante per fibra di cocco o terreno grazie alla sua capacità di trattenere maggiori quantità d'acqua.

La superficie della perlite, infatti, si riveste di una pellicola d'acqua e crea piccole tasche d'aria, a prescindere da quanto sia bagnato e umido il substrato di coltivazione.

La perlite è un grande alleato dei growers perchè, aumentando il drenaggio del substrato, aiuta a prevenire l'accumulo di sostanze nutritive e acqua, facilitando lo sviluppo delle radici e aumentando la disponibilità di ossigeno.


Qualche altro trucco per migliorare la fase di attecchimento

I cubetti di lana di roccia e i vasetti di torba agevolano l’attecchimento delle talee e l’avvio dei semenzali, favoriscono lo sviluppo di apparati radicali robusti e sono molto facili da trapiantare

Utilizzarli non è difficile: basta sistemare il semenzale o la talea in un vasetto di torba o in un cubetto di attecchimento umido, poi richiudere la superficie sopra il seme o intorno al clone per farlo restare a contatto con il substrato. Le radici cresceranno nel giro di una-tre settimane e saranno visibili sulla parete laterale del cubo.

A questo punto bisogna trapiantare: appoggiate il vasetto di torba o il blocchetto di attecchimento in un foro praticato in un cubetto di lana di roccia o in un vaso più grande.

I cloni e i semenzali trapiantati correttamente non soffrono quasi nessun trauma da trapianto. Controllate quotidianamente il livello di umidità dei cubetti di torba e di attecchimento, mantenendoli uniformemente umidi, ma non imbevuti d’acqua. Questi materiali sono privi di sostanze nutritive. I semenzali non richiedono nutrimenti per la prima settimana o due, mentre i cloni ne hanno bisogno dopo una settimana dall’attecchimento.

È possibile aggiungere al terreno altre sostanze che ne arricchiscono il profilo. Sicuramente il vermicompost, o humus di lombrico,  è un ottimo alleato: si tratta di una sostanza organica, composta da scarti vegetali e letame, trasformata dai lombrichi.

Negli USA viene chiamata “black magic” in onore delle sue miracolose capacità. Viene prodotto allevando lombrichi che, cibandosi di rifiuti organici e deiezioni animali, rilasciano la sostanza. La fibra di cocco può essere un buon alleato, perché area il terreno e trattiene l’acqua, mentre il guano di pipistrello in polvere favorisce la fioritura.

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