Si fa presto a dire outdoor. Scegliere di coltivare la propria erba all'aperto è sempre una saggia decisione: la pianta è nel suo habitat naturale, assorbe tutta la luce solare che ha a disposizione e non ha limitazioni di spazio per la crescita.
L'outdoor, tuttavia, è sempre un rischio: la coltivazione in serra permette di tenere sotto controllo tutti i parametri vitali e la qualità dell'ambiente in cui la pianta cresce e si sviluppa e – salvo malfunzionamenti ed altri eventi imprevedibili – permette di arrivare al raccolto in serenità. La coltivazione outdoor invece è un'incognita. Scegliere la stagione giusta a volte non basta, anche l'estate può riservare sorprese e mandare in sofferenza le nostre piantine.
Più del caldo eccessivo, però, la marijuana teme il freddo: quando la temperatura scende sotto i 15° le piante di cannabis iniziano ad andare in sofferenza. Ci sono molti modi per ovviare al problema, occorre conoscere bene la zona in cui si decide di coltivare e soprattutto scegliere la genetica giusta per la zona e il clima. Sommario:
- Quali sono le caratteristiche agronomiche della cannabis?
- Cannabis Ruderalis: la genetica che ama il freddo
- Coltivazione outdoor: da dove si comincia
- Quali varietà scegliere per una buona outdoor con clima freddo?
- Outdoor in clima freddo: una breve guida
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Quali sono le caratteristiche agronomiche della cannabis?
La canapa cresce naturalmente in zone dal clima temperato, ma può sopportare i climi più diversi. È una pianta molto resistente, che si adatta a terreni difficili da coltivare con altre varietà vegetali.
Può essere coltivata ripetutamente sullo stesso terreno, dal momento che non lo impoverisce, ma – al contrario – ne ammorbidisce la struttura.
È molto apprezzata anche per la sua capacità di fitodepurazione: coltivare cannabis su terreni inquinati è l'operazione più semplice e meno costosa per bonificarli.
La cannabis Ruderalis: la genetica che ama il freddo
La Ruderalis è probabilmente la genetica più antica tra le varietà di Cannabis, ma si è affacciata sul mercato da pochi anni.
Non è una pianta adatta alla coltivazione massiva, dal momento che produce raccolti di scarsa entità anche a causa delle sue piccole dimensioni. È diventata interessante per il moderno mercato della cannabis grazie ad alcune sue caratteristiche, in particolare grazie alla sua alta resilienza e al suo ciclo di fioritura indipendente dalla variazione delle ore di luce a cui viene sottoposta.
Questi aspetti ben mescolati con le genetiche Indica o Sativa possono dare vita a piante grandi, dai raccolti copiosi e meno delicate delle genetiche pure.
Le sue preziose caratteristiche vegetative sono dovute ai luoghi in cui la pianta si è sviluppata, e cioè le zone più settentrionali del pianeta, come Russia, Cina e Polonia, paesi poco esposti alla luce solare e flagellati da temperature molto rigide.
La Ruderalis è riuscita ad evolvere per non soccombere ad un habitat così ostile, e ha sviluppato un ciclo di fioritura che non varia alle variazioni di luce, ma viene innescato esclusivamente dall'età della pianta. Per questo motivo le dimensioni di una Ruderalis saranno sempre ridotte e le sue rese produttive alquanto mediocri.
Gli effetti di una varietà Ruderalis pura al 100% sono praticamente inesistenti, a causa dei suoi livelli estremamente bassi di THC e CBD. Tuttavia, attraverso incroci selettivi, è possibile creare varietà a predominanza Indica o Sativa, ma con la resilienza e la proprietà autofiorente della genetica Ruderalis.
Coltivazione outdoor: da dove si comincia?
L'esito di una coltivazione di cannabis è determinato in primo luogo dalla genetica scelta. Se la coltura sarà avviata in una zona dal clima particolarmente freddo occorre prestare molta attenzione alla varietà di cannabis scelta.
La coltivazione indoor lascia molta più libertà, dal momento che le variabili sono minori e più controllabili, anche da un coltivatore non espertissimo. Se poi il grower è un esperto, la coltivazione indoor sarà di sicuro successo.
Tuttavia, anche l'indoor può riservare delle sorprese: se la temperatura scende in maniera repentina, ne risentirà anche la grow room meglio impostata.
Quando la temperatura scende al di sotto dei 15°C le piante di cannabis vanno in sofferenza: il rischio di batteri patogeni e infestanti aumenta esponenzialmente, la crescita si arresta e, se il freddo non va via, anche le foglie perderanno colore.
Quali varietà scegliere per una buona outdoor al freddo?
La coltivazione all’aperto è per le piante tenaci e resistenti, le uniche ad avere concrete possibilità di sopravvivere a un inverno freddo. Il freddo è comunque una fonte di stress per la pianta, perciò conviene evitare se già si sa che arriveranno ghiaccio o neve.
È consigliabile avviare la coltivazione all'interno, almeno per il tempo necessario a far crescere e irrobustire il germoglio, e utilizzare i vasi; se le temperature diventano molto basse, conviene sempre coprire la pianta con teli di plastica o – in casi estremi - spostarla in una serra.
Le varietà autofiorenti sono sicuramente le migliori per coltivare al freddo, dal momento che possono passare da seme a fiore in sole 8 settimane dalla germinazione. Il patrimonio genetico ruderalis rende le varietà autofiorenti molto resistenti al freddo e di veloce maturazione, dal momento che non sono dipendenti dal periodo solare.
Questa caratteristica facilita sia la coltivazione fuori stagione, sia chi è limitato da una estate breve.
La muffa è la peggiore minaccia per la cannabis in fiore durante climi freddi. L'umidità alta e le basse temperature creano un perfetto terreno di coltura per i funghi. Scegliere ibridi a fioritura veloce o varietà autofiorenti è un buon modo per aggirare il problema delle muffe, dal momento che queste genetiche possono essere raccolte prima che arrivino le piogge a rovinare i fiori.
Outdoor in clima freddo: una breve guida
Scegliete la varietà giusta
Scegliere la genetica giusta non garantisce soltanto la sopravvivenza al freddo, ma permette di aggirare il problema di muffa e funghi: una varietà con periodo di fioritura breve permetterà di raccogliere prima che arrivino i mesi piovosi.
Avviate la crescita indoor
Le piantine appena germogliate o nei loro primi stadi di sviluppo tendono ad essere particolarmente sensibili alle temperature basse. Per cui, invece di piantare i semi direttamente all'aperto, conviene avviare la loro crescita al chiuso ed aspettare che le piante siano abbastanza forti per essere trapiantate.
Considerate l'uso di varietà autofiorenti
Le autofiorenti possono essere la soluzione ideale quando le condizioni esterne non sono ottimali, dal momento che crescono in fase vegetativa per 30 giorni, o meno, ed iniziano a fiorire da sole. Queste loro caratteristiche vi consentiranno di pianificare perfettamente le colture, per procedere così alla raccolta prima delle gelate o piogge autunnali.
Conservate una pianta madre nelle colture indoor
Se coltivate all'aperto, gli imprevisti non mancano mai. Potete pianificare al meglio ogni singolo passaggio, ma può sempre verificarsi qualcosa di imprevedibile come una gelata o una tempesta inaspettata. Se mantenete al chiuso una o due piante madri in costante crescita vegetativa, potrete superare i danni del maltempo e di qualsiasi altra minaccia.
Usate i vasi
Se potete, evitate di piantare le vostre piante direttamente nel terreno, ma usate dei vasi. In questo modo potrete spostare facilmente le piante nel caso in cui il punto scelto in primavera non dovesse avere la stessa esposizione nei mesi successivi. Coltivando le piante in vaso, potrete portarle al sicuro quando si prevedono gelate o precipitazioni.
Scegliete una buona zona dove coltivare
Se non volete che le vostre piante subiscano danni per colpa delle gelate, posizionatele in una zona che riceva luce solare già dalle prime ore del mattino. In questo modo le piante potranno scongelarsi lentamente dopo una notte di freddo e sopravvivere addirittura a temperature notturne inferiori a quelle ottimali per il loro sviluppo.
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