Cannabis e obesità

Cannabis e obesità: una possibile soluzione

In questo articolo vi parleremo del rapporto tra l'obesità e la cannabis: ci sono affinità? Secondo alcuni studi scientifici l'utilizzo della cannabis potrebbe dare alcuni benefici alle persone che soffrono di questo assillante problema. Nello specifico vi parleremo di:

  1. Obesità un problema diffuso
  2. Obesità e cannabis: gli studi
  3. Qual è la relazione tra Cbd e metabolismo

Cannabis light

Obesità un problema diffuso

L'obesità è uno dei mali del nuovo millennio. È considerata una patologia endemica. Poiché colpisce una porzione geograficamente circoscritta della popolazione mondiale: è una prerogativa tipica, anche se non esclusiva, dei Paesi occidentali, dove circa 1/3 degli abitanti è in sovrappeso.

Secondo l'ISTAT, nel 1999 gli Italiani in sovrappeso erano circa il 33,6% della popolazione, mentre gli obesi erano il 9,1%. Da allora, la diffusione dell'obesità non ha conosciuto un attimo di pausa, fino a raggiungere il tasso del 10%. È cresciuto anche il numero di italiani in sovrappeso, passati dal 33,6% del 1999 all'attuale 34,2%. Purtroppo la fascia più colpita è quella dell'infanzia e l'Italia, insieme alla Grecia e alla Spagna, detiene il primato di paese con più bimbi in sovrappeso d'Europa. Infatti, oltre un terzo dei bambini italiani, di età compresa tra i sei e i nove anni, è in condizioni di sovrappeso o obesità (34,1%).

L’obesità è caratterizzata da un eccessivo accumulo di grasso corporeo, condizione che determina gravi danni per la salute. È causata nella maggior parte dei casi da stili di vita scorretti: alimentazione scorretta e ipercalorica e un ridotto dispendio energetico a causa della scarsa attività fisica. L’obesità è quindi una condizione che si può prevenire e di certo curare con uno stile di vita sano e molta attività fisica.

Purtroppo chi soffre di questo disturbo è più esposto ad altre malattie: il 44% dei casi di diabete tipo 2, il 23% dei casi di cardiopatia ischemica e fino al 41% di alcuni tumori sono attribuibili all’obesità o al sovrappeso. In totale, sovrappeso e obesità rappresentano il quinto più importante fattore di rischio per mortalità globale e i decessi attribuibili all’obesità sono almeno 2,8 milioni/anno nel mondo.


Obesità e cannabis: gli studi

La scienza sta impiegando moltissime risorse nello studio degli effetti dei cannabinoidi sull'organismo umano. Negli ultimi anni molte ricerche si sono concentrate sulla relazione tra cannabinoidi e metabolismo, dimostrando una minore incidenza di obesità e diabete fra i consumatori di cannabis. Questo dato è importantissimo, soprattutto per l'industria farmaceutica, che finalmente potrebbe avviare o potenziare lo sviluppo di farmaci cannabinoidi per curare le patologie del metabolismo. 

Tra il 2010 e il 2016 sono stati pubblicati due studi scientifici che hanno individuato moltissime relazioni tra la cannabis e il metabolismo umano. Il professor Murray Mittleman, dell’unità di ricerca epidemiologica cardiovascolare del Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston, ha analizzato i dati di circa 5mila pazienti fra i 20 e i 59 anni, ottenuti dal National Health and Nutrition Examination Survey. I ricercatori guidati da Mittelman hanno incrociato i dati raccolti fra il 2005 e il  2010, per analizzare le relazioni fra assunzione di cannabis e i valori di insulina, glicemia, pressione del sangue, colesterolo, massa corporea e circonferenza addominale.

Cannabis light

La ricerca è stata pubblicata sull’American Journal of Medicine e da diverse testate internazionali per le sue dirette implicazioni cliniche. Il campione che faceva uso abituale di cannabis presentava un livello di insulina del 16% inferiore a chi non la assumeva e maggiori livelli di colesterolo buono. Simili risultati, con minore evidenza, sono stati riscontrati tra i pazienti che avevano utilizzato cannabis, ma ne avevano interrotto l’uso prima della ricerca.

Tutti gli indicatori di patologie del metabolismo o vascolari considerati nella ricerca sono risultati inferiori nei consumatori attuali o passati di cannabis. In questo gruppo risultava inoltre una minore prevalenza di pazienti affetti da diabete mellito. I ricercatori sono quindi convinti che esista una relazione diretta fra uso di cannabis e riduzione dei rischi di obesità e diabete. Il risultato dello studio va in apparente contraddizione con il documentato maggior consumo di calorie da parte dei consumatori di cannabis.

È una contraddizione solo apparente: i cannabinoidi, infatti, agiscono sui recettori CB1 aumentando l’appetito nei pazienti con anoressia o altre patologie che colpiscono l’impulso della fame, ma contemporaneamente esercitano un’azione di bilanciamento energetico nei processi metabolici, come l’assimilazione dei carboidrati. 

C'è un altro studio, realizzato da una equipe di ricercatori coreani, pubblicato nel 2016 sul giornale scientifico “Molecular and Cellular Biochemistry”. Dopo aver attentamente monitorato gli effetti del CBD su delle cellule grasse immature, dette preadipociti, i ricercatori asiatici hanno scoperto che il CBD può influenzare il cosiddetto “imbrunimento del grasso”. E può farlo in tre modi diversi. Lo studio afferma che il CBD stimola le proteine e i geni che svolgono un ruolo nell'aumento della scomposizione dei grassi, ma soprattutto che è capace di incrementare il numero e l'attività dei mitocondri, accrescendo il potere dell'organismo di bruciare calorie. Hanno anche scoperto che il CBD riduce l'espressione delle proteine implicate nella creazione di nuove cellule grasse all'interno dell'organismo.

Ci sono due tipi di grasso: il “grasso bianco”, che è quello cattivo e può aumentare il rischio di diabete e problemi cardiaci, e il “grasso bruno”, che è potenzialmente capace di favorire la perdita di peso. Secondo i ricercatori coreani il CBD ha la capacità di indurre un “imbrunimento del grasso”, o in altre parole, di trasformare il grasso bianco in grasso bruno con la conseguente possibilità di indurre l'organismo a bruciare calorie.

Cannabis light

Qual è la relazione tra CBD e metabolismo? 

Ogni organismo umano è dotato di un sistema endocannabinoide, i cui recettori si attivano anche quando entrano in contatto con i fitocannabinoidi della cannabis, che hanno una struttura molecolare molto simile a quella degli endocannabinoidi prodotti dal corpo umano

Il sistema endocannabinoide è composto da due recettori, detti CB1 e CB2, distribuiti in diverse zone del corpo umano, come cervello, sistema immunitario e apparato digerente. Il ECS si attiva quando entra in contatto con i cannabinoidi e genera profondi cambiamenti all'interno del nostro organismo. Il sistema si attiva sia quando si combina con i fitocannabinoidi – presenti all'interno della pianta di cannabis – che quando entra in contatto con gli endocannabinoidi – enzimi prodotti naturalmente dal nostro organismo, del tutto simili per effetti e struttura a quelli contenuti nella pianta di marijuana. 

Quando il recettore CB1 viene attivato, gli ormoni che stimolano la sensazione di fame vengono rilasciati nell'organismo, generando la cosiddetta “fame chimica”. Secondo uno studio condotto nel 2008, lo ECS è in grado di stimolare anche altre zone dell'organismo coinvolte nel metabolismo, inclusi i muscoli scheletrici, il tratto gastrointestinale ed il pancreas endocrino, per citarne solo alcune.

In maniera naturale, lo ECS compie la stessa azione tramite due cannabinoidi endogeni, l'anandamide e il 2-AG (2-arachidonoilglicerolo), che si legano ai recettori CB1 e CB2.

Cannabis light

Il CBD ha le potenzialità per contribuire a metabolizzare i composti che vengono assorbiti dal cibo durante il processo digestivo, attraverso la stimolazione dei due recettori. D'altro canto, meglio non stimolare lo ECS in maniera eccessiva, poiché potrebbero prodursi effetti opposti. Per esempio, la sovrastimolazione può portare non soltanto ad obesità addominale, ma anche a resistenza all'insulina, e perfino ad un aumento dell'energia immagazzinata nelle cellule grasse.

Secondo lo Endocannabinoid Research Group, il recettore CB1, se sovrastimolato, può accrescere la possibilità di sviluppare la sindrome metabolica,  patologia associata a condizioni quali l'alto livello degli zuccheri nel sangue, la pressione alta, l'eccesso di grasso corporeo ed altri ancora. Tuttavia, i ricercatori hanno osservato che il CBD, che è un antagonista del CB1, potrebbe avere proprio la capacità di curare tale patologia ed altre dello stesso tipo.

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