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Come posso pagare cannabis light online?
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Cannabis Legale, come funziona la legge?
La cannabis al cbd è legale in Italia?
Ad aprile del 2016 l'Italia ha detto sì alla cannabis light. L'Italia ha deciso di dotarsi di una normativa per la commercializzazione della canapa light. La legge 242 del 2016 è in vigore da gennaio del 2017
Quali sono gli stati in cui la cannabis è tollerata in Europa?
Quando si parla di cannabis in Europa, il primo stato che salta alla mente è l'Olanda. Se sei in Repubblica Ceca e vieni sorpreso dalla polizia con 15 grammi di marijuana (o 5 grammi di hashish), in Spagna è legale possedere cannabis fino a 40 grammi, purché sia consumata in privato o nei cosiddetti social club. Nel regno unito e Germania è legale comprare e consumare cannabis per uso terapeutico, le due grosse novità del 2019 sono le prossime legalizzazioni di Lussemburgo e San Marino.
Dove la cannabis è legale nel mondo?
Gli Stati uniti e il Canada si sono esposti con legalizzazioni piene della cannabis, sia per scopi terapeutici che per uso ricreativo. L'Uruguay è stato il pioniere della legalizzazione, approvata dal governo di Mujica già nel 2013. Il terzo e ultimo paese in cui il commercio e il consumo di cannabis sono legali è la Corea del Nord. La situazione in Corea però non è chiara come quella di Canada e Uruguay: nel paese asiatico sono vietate tutte le sostanze stupefacenti, ma la cannabis non rientra nell'elenco delle sostanze proibite, viene considerata legale ed è utilizzata e commercializzata senza alcuna restrizione.
Posso portare la cannabis sull'aereo?
Da quando l'Italia ha legalizzato la cannabis light, la sostanza può essere venduta, acquistata e trasportata su tutto il territorio nazionale. Questo vuol dire che se prendete un aereo per andare da Milano a Palermo non avrete alcun problema nel portare con voi la cannabis light. Il punto della questione non è infatti il trasporto in se', ma la legge con cui bisognerà fare i conti una volta scesi dall'aereo. In Italia, quindi, nessun problema in volo. Bisogna però sapere che ci sono alcuni accorgimenti da compiere prima di recarsi in aeroporto Mantenere il prodotto sigillato all’interno della confezione, portare con voi lo scontrino di acquisto e non esagerare con la quantità.
Se uso cannabis light possono ritirarmi la patente?
Il primo consiglio che viene voglia di suggerire quindi è: se avete usato la Cannabis light è bene non rischiare e non mettersi al volante. Anche se la percentuale indicata nella confezione è conforme alla legge (Thc inferiore al 0,2) si potrebbe incorrere in qualche problema. Le analisi, che le forze dell'ordine possono richiedere, servono per rintracciare solamente il Thc, non il Cbd, anche se appunto le analisi potrebbero risultare positive. Quando si viene fermati e si risulta positivi ad un test antidroga, il campione preso in esame viene mandato ad un laboratorio dove viene realizzata un'ulteriore analisi di conferma, effettuata attraverso l'utilizzo della gascromatografia-spettrometria di massa. Quando il campione è stato analizzato con questa tecnica, ci sarà la possibilità di dividere le percentuali esatte presenti di THC e CBD e dipanare quindi ogni possibile dubbio sulla vostra situazione. Se avete acquistato quindi un prodotto certificato che garantisce le quantità esatte di cbd e thc presenti nelle infiorescenze, avrete la garanzia di non risultare positivi a questo secondo test.
Come faccio a sapere qual è il prodotto giusto per me?
Come faccio a capire il prodotto adatto alle mie esigenze?
Per scegliere una varietà di marijuana adatta ai propri bisogni bisogna sapere innanzitutto cosa si sta cercando: l'erba non è tutta uguale e sapere che cosa vogliamo dalle nostre cime ci aiuterà a fare scelte ponderate. La cannabis infatti si divide in due varietà, due grandi famiglie di cui fa parte ogni pianta di cannabis: la varietà sativa, tonificante ed energizzante, e la varietà indica, che ha effetti profondamente sedativi. Le due varietà sono molto diverse anche nell'aspetto e nei ritmi di crescita, molto più intensi per la sativa che può raggiungere dimensioni considerevoli.
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Come si usa la Marijuana legale?
Qual'è il dosaggio di cannabis light adatto alle mie esigenze?
Per capire che tipo di erba dovete usare per soddisfare le vostre esigenze, occorre partire proprio da quello che vi aspettate di ottenere dai principi attivi della cannabis. Trovare la giusta varietà contro l'ansia può rivelarsi una vera e propria sfida. Alcuni consumatori sostengono che le varietà ad alto contenuto di THC peggiorino addirittura i sintomi, mentre altri sfruttano i loro potenti effetti per calmare la mente e il corpo. Per trovare ciò che più si adatta alle vostre esigenze, iniziate lentamente, indipendentemente dalla varietà che sceglierete. Non ci sono garanzie con le proprietà medicinali della cannabis, ma ciò non significa che non possiate cercare la varietà più efficace per voi. In generale dovete prediligere varietà di cannabis che generino una profonda calma a livello fisico, meglio se responsabile di un “high” stimolante come la Nothern Light. Scegliere una varietà di cannabis per contrastare la depressione è impegnativo quanto trovarne una per ridurre l'ansia: entrambe le condizioni dipendono quasi totalmente dallo stato psico-fisico dell'utilizzatore e bisognerà andarci piano per non peggiorare le cose. In generale è meglio optare per una sativa o un ibrido a predominanza sativa come l'Amnesia Haze, che ha un “high” incredibilmente forte ed euforico e riesce ad allontanare anche i pensieri più ostinati. Le fragranze rinfrescanti di agrumi completano gli effetti stimolanti, facendovi sentire ancora più lucidi a livello mentale.Il dolore cronico è una condizione debilitante, che incide in maniera pesante sulla qualità della vita. La cannabis ha la capacità di alleviare i malesseri costanti e calmare il dolore muscolare, soprattutto se di varietà Indica e se ricca di THC. Per ottenere questo effetto calmante bisogna optare per varietà di cannabis da coltivare indoor, come la White Widow, che aiuta ad annientare qualsiasi dolore, dalla testa ai piedi. Anche La Northern Lights ha importanti proprietà antidolorifiche capaci di allontanare il dolore cronico. Dormire bene la notte è essenziale per riparare e ricaricare il corpo. Fortunatamente, la cannabis può aiutare a rilassarvi e a sprofondare nei sogni, senza che vi sentiate letargici la mattina successiva. Anche in questo caso sarà meglio scegliere un'Indica o un ibrido a predominanza indica, molto ricche di THC.
Come si usa la cannabis light?
Ci sono mille modi per assumere la cannabis, ma non tutti si equivalgono. Fumare le infiorescenze di cannabis è la scelta più diffusa e la soluzione più semplice, ma la marijuana può essere assunta anche tramite un vaporizzatore, o può essere trattata per realizzare prodotti alimentari, che amplificano di molto gli effetti. Nei coffe shop di Amsterdam si trovano moltissimi prodotti di pasticceria realizzati con la cannabis: si va dai brownies ai muffin, fino alle space-cake, che sono vere e proprie torte il cui ingrediente segreto è il THC.
Ingerire prodotti preparati con il THC è molto diverso dal fumare marijuana: l'effetto è più intenso e duraturo rispetto a quello di uno spinello contenente la stessa quantità di sostanza. La cannabis viene assimilata attraverso il tratto gastrointestinale, e il passaggio dal fegato trasforma il THC in 11-idrossi-THC, una molecola diversa dal THC per struttura chimica, responsabile, di amplificare gli effetti originari del cannabinoide.
Lo “sballo” arriva in ritardo, quando l'organismo avrà assorbito tutto il principio attivo. Il rischio è quello di esagerare in attesa che l'effetto si faccia sentire, complici anche l'aspetto e il sapore molto gradevoli di queste prelibatezze. Prima di 45-90 minuti l'effetto è quasi inesistente, ma conviene sempre aspettare un po' per essere sicuri che questa esperienza alternativa non trasformi la serata in qualcosa di più impegnativo.
Come si vaporizza cannabis light?
La vaporizzazione è di certo la strada migliore, sia per tutelare la nostra salute che per essere sicuri di assumere la maggior quantità di principio attivo possibile. Con la vaporizzazione è possibile controllare la temperatura a cui la cannabis viene sottoposta, con il risultato di salvare buona parte di cannabinoidi e terpeni. Il THC va in ebollizione a circa 157°, con il risultato di riuscire ad assumere circa il 46% della sostanza contenuta nell'erba vaporizzata. Contrariamente al fumo sprigionato dallo spinello, il vapore contiene circa il 90% di cannabinoidi e solo il 10% di altre sostanze, comunque meno dannose di quelle generate dalla combustione ad altissime temperature. Scegli erba non troppo secca.Il vaporizzatore funziona meglio se le cime sono ancora "umide" (ma non troppo), perché può sfruttare l'acqua in esse contenuta per riscaldare i fiori senza bruciarli. Se invece l'erba è troppo secca o vecchia, l'evaporazione dei “principi attivi” non sarà eccellente.Riempi il braciere in modo uniforme. Distribuire la cannabis in modo uniforme e compatto all'interno della camera di riscaldamento vi porterà boccate piacevoli e saporite. Se usate un vaporizzatore a conduzione, ad esempio, riempitelo con quantità inferiori rispetto ad un vaporizzatore a convezione. Fai riscaldare bene la resistenza al primo uso
I vaporizzatori moderni si riscaldano in pochissimo tempo, ma è fondamentale avere pazienza e aspettare il completo riscaldamento, prima di fare la vostra seduta di vaporizzazione. È meglio partire con tiri brevi e aumentare man mano l'intensità delle boccate. Mescola bene. Indipendentemente dal tipo di vaporizzatore utilizzato, è consigliabile mescolare le cime nel braciere di tanto in tanto. Se invece usate un dispositivo a conduzione, mescolare non è un consiglio, è un ordine! In questi casi infatti si rischia la combustione della cannabis, se questa non viene esposta al calore in modo uniforme. Trita la marijuana nel modo corretto. Anche in questo caso, a seconda del tipo di dispositivo bisogna tritare l'erba in maniera diversa. I dispositivi a conduzione necessitano di cannabis molto fine, per poter esporre al calore tutte le particelle in maniera uniforme, mentre i vaporizzatori a convezione, invece, prediligono erba tritata in modo più grossolano.
Posso mangiare cannabis light?
L’assunzione per via alimentare della cannabis genera effetti molto più potenti rispetto ai metodi classici di assunzione attraverso le vie respiratorie. Perché? L’effetto dei cannabinoidi è amplificato dal passaggio nell’apparato digerente, ricchissimo di recettori del sistema endocannabinoide; i principi attivi vengono assimilati dagli organi attraverso cui passano, producendo una vera e propria esplosione.
È soprattutto il passaggio attraverso il fegato a garantire una reazione maggiore dell'organismo, ed è proprio questo step a mancare quando si assume la cannabis per combustione. Fumare la cannabis porta le molecole psicoattive direttamente al flusso sanguigno e al cervello, attraverso i recettori presenti nelle vie aeree. Un'altra differenza tra le due tipologie di assunzione è relativa alla durata degli effetti della sostanza, a seconda che questa sia fumata o ingerita. Infatti l’inalazione e l’aspirazione hanno un’efficacia rapida (circa 10, 20 minuti) e una durata relativamente breve (massimo 1 o 2 ore), mentre - quando viene ingerita - la cannabis inizia a far percepire i suoi effetti dopo 45 minuti/1 ora e l’effetto permane anche per 5 o 6 ore.
Cos'è la marijuana light?
Che cos'è la cannabis light?
La cannabis light è una varietà di cannabis sativa che contiene gli stessi principi attivi della marijuana tradizionale ma in percentuali diverse e molto ridotte. Le piante di canapa provengono da varietà di Cannabis sativa appositamente ibridate per utilizzi industriali e agricoli. Questo processo protratto nel tempo ha trasformato la Cannabis in una pianta molto diversa.
L’elemento oggetto del cambiamento è il tetraidrocannabinolo, il principio attivo meglio conosciuto come THC. Si tratta di uno degli oltre sessanta cannabinoidi biologicamente attivi contenuti nella Cannabis. Nella cannabis light, la presenza di Thc è molto bassa, quasi nulla, di solito varia tra 0,2 a 0,6%. La cannabis light è famosa soprattutto per un altro cannabinoide presente, il Cbd o Cannabidiolo, una molecola che non ha effetti psicotropi ma dotata di molte proprietà benefiche.
Quali sono le proprietà della cannabis light?
Alcuni studi hanno evidenziato come il cannabidiolo sia in grado di influire sui processi chimici caratteristici dell’endocannabinoide chiamato anandamide, una delle molecole neuro-modulatrici associate anche alla percezione del dolore. Altri studi riportano che il CBD è in grado di attivare recettori coinvolti con la trasmissione e la cronicizzazione del dolore. Il cannabidiolo è risultato infine essere promettente per il trattamento di due particolari tipi di dolore cronico, quello neuropatico e quello dovuto a un’infiammazione. Il meccanismo d’azione dei cannabinoidi è stato studiato nel contesto di varie patologie e condizioni che portano a una condizione di dolore cronico di natura neuropatica, come nel caso della nevralgia trigeminale o dei cicli di chemioterapia. Il CBD, inoltre, riduce quelle complicazioni spesso associate al dolore cronico come ansia e depressione. Secondo alcuni studi il CBD, attraverso la sua interazione con i recettori del sistema serotoninergico, riduce queste comorbidità e aiuta il paziente ad affrontare la sua condizione. Il cannabidiolo viene impiegato anche per il trattamento del dolore provocato da un’infiammazione. Vari studi scientifici hanno indagato l’efficacia del cannabidiolo su molte condizioni infiammatorie, come nel caso dell’artrosi. È dimostratoche l’assunzione di CBD protegge le articolazioni contro danni gravi e riduce l’infiammazione. Il CBD potrebbe essere una valida opzione per il trattamento di diverse situazioni contraddistinte da dolore infiammatorio. Uno studio pubblicato sulle pagine dello European Journal of Pain ha dimostrato che il CBD applicato sulla pelle può aiutare a ridurre il dolore e l'infiammazione dovuta all'artrite. L’ansia e lo stress sono sensazioni molti comuni e altrettanto generiche. Uno stato d’ansia può avere molteplici manifestazioni e cause, e si manifesta in maniera diversa in ogni persona. Nel 2015 è stata pubblicata sulla rivista Neuroterapeuthics la revisione degli studi condotti fino a quel momento volti a verificare i potenziali effetti del CBD nel trattare uno stato d’ansia. I risultati sono molto incoraggianti. La revisione ha preso in esame 49 studi preclinici, clinici ed epidemiologici; e ha incluso anche le ricerche fatte con tecniche di neuroimmagine (le tecnologie che permettono di studiare il metabolismo cerebrale). l CBD contenuto nelle piante di canapa ha la comprovata capacità di ridurre uno stato d’ansia. Le evidenze scientifiche in questo campo hanno fatto sì che la ricerca si interessasse anche alle possibilità di utilizzare il cannabidiolo per migliorare la qualità del sonno e combattere l'insonnia. Negli ultimi anni è emerso, tra le tante cose, come il CBD sia d’aiuto nel ridurre i disturbi della fase REM del sonno in quelle persone affette dalla malattia di Parkinson, e che spesso si manifestano in azioni fisiche durante il sonno, ponendo l’individuo a numerosi rischi per la propria incolumità. Risultati come questo hanno spinto il mondo dei ricercatori ad approfondire sempre di più le indagini sul ruolo che può giocare la cannabis mentre dormiamo. Il CBD si presenta come un potenziale farmaco nella categoria degli antiepilettici, già nel febbraio del 2016 uno studio condotto da un team di scienziati israeliani mostrava le potenzialità del cannabidiolo. La ricerca è stata condotta su 74 adolescenti affetti da una forma grave di epilessia, per circa tre mesi.
A cosa servono i terpeni della cannabis?
La cosa più interessante dei terpeni è che essi lavorano in sinergia con i cannabinoidi. Una conferma di ciò è che alcune varietà possono avere gli stessi identici livelli di THC e CBD, ma i loro effetti possono essere molto diversi tra loro. Il THC si lega ai recettori del nostro cervello provocando gli effetti psicoattivi della cannabis; un terpene può influenzare attivamente quei recettori cerebrali e il loro modo di funzionare. Identificando i terpeni presenti in una determinata varietà e studiandone la concentrazione e l'interazione con il THC, è possibile modellare l'erba sulle esigenze mediche. Ad esempio, aggiungendo limonene, si può ottenere un effetto stimolante; aggiungendo linalolo si ottiene un effetto rilassante e sedativo; aggiungendo beta-cariofillene si amplificano gli effetti analgesici della cannabis.
Cosa sono i cannabinoidi?
I cannabinoidi sono le molecole presenti nella pianta di Cannabis che si sviluppano in modo naturale durante la crescita della stessa. I cannabinoidi più importanti sono il Thc (Tetroidrocannabinolo), il Cbd (Cannabidiolo), il Cbg (Cannabigerolo), il Cbn (Cannabinolo), CBDA (la forma acida del Cannabidiolo), CBDV (Cannabidivarin). Questi sono alcuni dei più importanti, quelli a cui la comunità scientifica ha dedicato i maggiori studi ma all'interno della ianta di cannabis sono presenti tantissimi altri cannabinoidi.
Cosa sono i terpeni presenti nella cannabis?
I terpeni sono un gruppo di molecole presenti in natura in molte specie vegetali e in alcune specie di insetti, e la loro caratteristica principale è quella di conferire ad ogni pianta il suo caratteristico aroma. Nel caso delle numerose varietà di piante di marijuana presenti in natura, l’odore e la fragranza tipica di ognuna di esse sono determinati dalla gamma di terpeni prodotti dalla pianta stessa. I terpeni vengono prodotti all’interno dei tricomi, le ghiandole che producono anche il THC, e la loro presenza e composizione varia in base a fattori ambientali, alla composizione chimica del terreno e alle condizioni climatiche.
Cos'è l'effetto entoruage?
Fino a poco tempo fa, la ricerca scientifica si era soffermata a indagare esclusivamente le proprietà dei cannabinoidi della pianta (come il cannabidiolo, CBD), soffermandosi poco sul ruolo giocato dai suoi terpeni. Oggi, invece, sappiamo che l’interazione tra cannabinoidi e terpeni della Cannabis sativa dà luogo a quello che viene denominato effetto entourage: l’azione combinata dell’insieme di tutte le sostanze che compongono la cannabis.
L’effetto entourage può modificare in maniera significativa l’azione dei vari principi attivi della cannabis. Alcuni terpeni si legherebbero con i recettori CB1 e CB2 del sistema endocannabinoide, influenzando alcune funzioni del nostro organismo, altri modulerebbero la permeabilità delle cellule regolando, ad esempio, l’assorbimento del THC.
Sistema endocannabinoide umano e della pianta?
Il sistema endocannabinoide è presente nell'organismo di quasi tutti i mammiferi, compreso l'uomo. Ogni cosa presente nel corpo ha una precisa funzione, e il sistema endocannabinoide ha la funzione di mantenere l'omeostasi dell'organismo, e cioè di fare in modo che gli equilibri interni di ognuno di noi restino costanti nel tempo. Questo sistema è costituito da recettori presenti all'interno delle cellule del corpo, che reagiscono solo a specifiche molecole. Il ECS (Endocannabynoid System) reagisce a tutti i cannabinoidi, sia quelli contenuti nella pianta di cannabis, i famosi fitocannabinoidi THC e CBD, sia quelli prodotti naturalmente dal corpo umano, come l'anandamide. Tutti i cannabinoidi condividono una struttura molecolare molto simile, perciò i processi di omeostasi innescati dagli endocannabinoidi vengono attivati anche in presenza di THC e CBD. Il sistema endocannabinoide è costituito da un gruppo di recettori contenuti nelle cellule del corpo umano che, interagendo con i composti presenti all'interno delle piante di Cannabis, dà origine agli effetti benefici della cannabis sull'organismo. Questi recettori sono presenti in tutto l'organismo umano, con maggiori concentrazioni in alcune zone, e sono normalmente attivati dai cosiddetti endocannabinoidi, composti assimilabili a quelli della cannabis, presenti naturalmente all'interno del nostro corpo. Le molecole contenute nelle piante di Cannabis, dette cannabinoidi o fitocannabinoidi, hanno una struttura molecolare molto simile a quella degli endocannabinoidi prodotti dall'organismo umano e, quindi, attivano gli stessi recettori.
Sia il THC che il CBD interagiscono con questi recettori influenzando l'appetito, le funzioni immunitarie, la gestione del dolore e molti altri fattori.
Che cos'è la cannabis ruderalis?
Probabilmente è la più antica tra le varietà di Cannabis, ma la varietà Ruderalis si è affacciata sul mercato da pochi anni. Non è una pianta adatta alla coltivazione massiva, dal momento che produce raccolti di scarsa entità anche a causa delle sue piccole dimensioni. È diventata interessante per il moderno mercato della cannabis grazie ad alcune sue caratteristiche, in particolare grazie alla sua alta resilienza e al suo ciclo di fioritura indipendente dalla variazione delle ore di luce a cui viene sottoposta. Questi aspetti ben mescolati con le genetiche Indica o Sativa possono dare vita a piante grandi, dai raccolti copiosi e meno delicate delle genetiche pure di Indica e Sativa. Le sue preziose caratteristiche vegetative sono dovute ai luoghi in cui la pianta si è sviluppata, e cioè le zone più settentrionali del pianeta, come Russia, Cina e Polonia, paesi poco esposti alla luce solare e flagellati da temperature molto rigide. La Ruderalis è riuscita ad evolvere per non soccombere ad un habitat così ostile, e ha sviluppato un ciclo di fioritura che non varia alle variazioni di luce, ma viene innescato esclusivamente dall'età della pianta. Per questo motivo le dimensioni di una Ruderalis saranno sempre ridotte e le sue rese produttive alquanto mediocri. Gli effetti di una varietà Ruderalis pura al 100% sono praticamente inesistenti, a causa dei suoi livelli estremamente bassi di THC e CBD. Tuttavia, attraverso incroci selettivi, è possibile creare varietà a predominanza Indica o Sativa, ma con la resilienza e la proprietà autofiorente della genetica Ruderalis (ibridi con le migliori proprietà di entrambe le specie).
Che cos'è il Cbd?
Il CBD, conosciuto anche come cannabidiolo, è una sostanza contenuta nella pianta di cannabis, ed appartiene alla classe dei cannabinoidi. La cannabis contiene due principi attivi: il THC, che è il responsabile del suo effetto psicoattivo. E il CBD, che ha la funzione di stabilizzare gli effetti del THC. E degli altri cannabinoidi. Il CBD è una sostanza versatile e preziosa, ricca di proprietà benefiche: ha effetti antinfiammatori, immunomodulatori, neuroprotettivi, anticonvulsivi ed ansiolitici e viene impiegato nel trattamento di moltissime malattie.
Che cos'è l'hashish al Cbd?
L’hashish è il più famoso tra i tanti concentrati che è possibile ottenere trattando i fiori di cannabis, più precisamente si tratta di resina di cannabis. Se estraiamo hashish da una pianta di cannabis legale, avremo un hashish legale a base di CBD e con una percentuale di THC inferiore allo 0,2%. A seconda del tipo di hashish che si vuole produrre, si utilizza un determinato processo di estrazione.
Quali sono le proprietà terapeutiche del Cannabidiolo Cbd?
Il CBD è in grado di interagire con le cellule ricettrici, aumentando la risposta del sistema nervoso umano. Si tratta, inoltre, di un efficace inibitore naturale. Queste virtù ne fanno un ottimo alleato nel trattamento di varie forme di schizofrenia, disturbo d’ansia sociale e depressione. Sul piano prettamente fisiologico, invece, si è dimostrato efficace contro emicranie, spasmi muscolari, infiammazioni e artriti. Un suo punto di forza dal punto di vista dell’impiego medico è la possibilità della sua somministrazione senza andare incontro agli effetti collaterali inevitabilmente indotti (e non necessariamente desiderati) dal THC: alterazione dei sensi, sensazione di appesantimento, letargia. E’ proprio su queste basi che una parte della comunità scientifica spinge per terminare la ricerca di tutte le sue caratteristiche: passo necessario per poterlo definitivamente ascrivere alla categoria dei farmaci. Il CBD influisce anche sugli effetti del THC potenziandone l'efficacia analgesica e prolungandone la durata di azione, e al tempo stesso ne riduce gli effetti collaterali su frequenza cardiaca, respirazione e temperatura corporea. Non è un caso che alcuni fra coloro che utilizzano marijuana o derivati a scopo ricreativo ne accompagnano l’assunzione a piccole dosi di CBD per “ammorbidirne” l’effetto e attenuarne i picchi indesiderati.
Che cos'è il Cbg?
Il CBG è molto più di un altro cannabinoide presente in una pianta di canapa. È un po' il capostipite di tutti gli altri cannabinoidi, il primo ad essere prodotto dalle piante di cannabis nonché quello che durante la fotosintesi si sintetizza negli altri principi attivi come THC e CBD. Totalmente privo degli effetti del THC e di qualsiasi effetto psicoattivo esattamente come il CBD. Recenti studi hanno dimostrato che può avere importanti benefici sul corpo umano.
Che cos'è l'hashish al Cbg?
Se estraiamo hashish da una pianta di cannabis sativa, selezionata geneticamente, avremo un hashish legale a base di CBG e con una percentuale di THC inferiore allo 0,2%. A seconda del tipo di hashish che si vuole produrre, si utilizza un determinato processo di estrazione. L’hashish è il più famoso tra i tanti concentrati che è possibile ottenere trattando i fiori di cannabis, più precisamente si tratta di resina di cannabis.
Quali sono le proprietà terapeutiche del Cannabigerolo Cbg?
Il Cannabigerolo è privo degli effetti del THC e di qualsiasi effetto psicoattivo esattamente come il CBD. Recenti studi hanno dimostrato che può avere importanti benefici sul corpo umano: stimola l’appetito e può essere impiegato nei trattamenti di alcuni disturbi alimentari, ha importanti effetti antibiotici, può contrastare le malattie neurodegenerative, può diminuire la pressione intraoculare e quindi essere efficace contro il glaucoma, ha proprietà analgesiche e antinfiammatorie, è stato valutato per l'efficacia antitumorale contro le cellule di melanoma della pelle, ha proprietà antiossidanti, aiuta a sopprimere la nausea. Le sue proprietà antinfiammatorie e antitumorali hanno destato l’attenzione della comunità scientifica che vede nel CBG un possibile candidato per lo sviluppo di nuovi farmaci per trattare determinate condizioni patologiche.
Che cos'è la cannabis indica?
La Cannabis Indica ha un aspetto molto diverso da quello della sua sorella Sativa: si presenta come una pianta molto compatta e cespugliosa, ed è caratterizzata da una crescita moderata in altezza. Le varietà pure al 100% mostrano una struttura cespugliosa, molto simile a quella di un albero di Natale. L'Indica è una specie di Cannabis originaria dei Paesi più aridi del pianeta, come Libano, Afghanistan e India, da cui prende il nome. Fino al 1785 in Europa non si sapeva nulla della varietà Indica; la pianta approdò nel mondo occidentale grazie al botanico Jean-Baptiste De Lamark, che riportò di avere scoperto una di queste piante durante un viaggio nelle Indie. Le varietà indica hanno un periodo di fioritura molto veloce, che di solito non supera le 8 settimane. Quando una genetica Indica raggiunge la sua altezza ottimale, smette di crescere in verticale e concentra le proprie energie per svilupparsi in larghezza, per produrre cime più compatte ed aromatiche. Quando la pianta smette di crescere vuol dire che dispone delle energie sufficienti per iniziare a produrre fiori, stimolata dalla variazione del fotoperiodo; quando le ore di luce solare diminuiscono, infatti, viene innescata la fase di fioritura. La forma delle piante di Indica, come anche quella delle foglie, è dovuta alle zone geografiche di cui è originaria, dove la pianta è sottoposta a continue oscillazioni delle ore di luce durante tutto l'anno. Le foglie di Indica sono molto tozze e corte, dalla forma a ventaglio, che gli permette di sfruttare appieno tutta la luce di cui dispongono.
Che cos'è la cannabis sativa?
La Cannabis sativa è la varietà di Cannabis più diffusa, caratterizzata da una crescita considerevole e da effetti prevalentemente cerebrali. La Cannabis sativa è originaria dei Paesi equatoriali, quelli che si trovano nella fascia compresa tra 30° a nord e a sud dell'equatore, come Thailandia e Indonesia, dove le ore di luce restano costanti per quasi tutto l'anno. Sono piante molto resistenti perché abituate a lottare per la luce, a causa della vegetazione molto fitta che caratterizza le loro zone d'origine. Dover lottare quotidianamente per farsi raggiungere dai raggi del sole ha portato le specie Sativa ad evolvere per svilupparsi maggiormente in altezza, raggiungendo dimensioni che – nella maggior parte dei casi – sono molto significative. Gli esemplari appartenenti a questa specie sono soliti diventare piuttosto grandi e slanciati. Delle tre varietà, infatti, la Sativa è quella che raggiunge altezze più elevate: in caso di esemplari geneticamente puri, la pianta può anche superare i 5 metri d'altezza. In linea generale, comunque, la pianta tende a non superare i 2-4 metri d'altezza, se coltivata in condizioni ambientali ottimali. La natura della pianta si traduce in raccolti estremamente abbondanti che, però, richiedono tempi di fioritura piuttosto lunghi, anche fino a 16 settimane. Le foglie di Sativa sono diventate il simbolo della marijuana per antonomasia, sono molto più affusolate e sottili di quelle delle altre specie e assomigliano a lunghe dita.
Diventare un rivenditore
Come posso aprire un distributore automatico di cannabis light?
La legge italiana specifica la necessità di garantire la distribuzione dei soli prodotti controllati e certificati. Per questo motivo chi sceglie di avviare un'attività di distribuzione di cannabis H24 avrà un obbligo ben preciso: assicurarsi di acquistare solamente prodotti certificati dal produttore in conformità alla legge italiana. Per provare la provenienza e la conformità dei prodotti, il rivenditore ha l’obbligo di conservare fatture d’acquisto ed etichette del prodotto per un anno dall’acquisto della merce, e comunque per tutto il tempo in cui il prodotto rimane in vendita o viene conservato in magazzino. Se volete saperne di più potete richiederci un'informazione specifica inviando una mail a info@terredicannabis.com o in alternativa puoi contattarci tramite Whatsapp, numero attivo solo per messaggi:+393489216655
Posso vendere cannabis light nella mia attività commerciale?
La cannabis legale può essere venduta in qualsiasi esercizio commerciale, purché la sostanza sia “priva di efficacia drogante”, come richiesto da una pronuncia della Corte di Cassazione del giugno 2019. Bisogna solo rispettare la legge 242 del 2016 ed essere sicuri che ci sia un tasso di THC inferiore ai limiti di legge.
Coltivazione
Quale terriccio bisogna usare per coltivare la cannabis?
Il substrato è importantissimo, perché è il luogo in cui nascono e si sviluppano le radici della pianta, fondamentali per la sua esistenza e per la sua crescita.
Substrati diversi possono offrire velocità di crescita differenti. I più diffusi sono la terra, il cocco e l'acqua. Non ce n'è uno migliore in assoluto, ciascuno ha le proprie qualità, pregi e difetti. La terra consente una crescita rapida solamente a condizione che sia adeguatamente aerata e di struttura leggera: alle radici serve ossigeno e si sviluppano meglio quando crescono in un substrato leggero e arioso.
Cosa vuol dire trimmare i fiori di cannabis?
Rimuovere le foglie subito dopo aver raccolto le piante è la strategia più consigliata da molti coltivatori. È un metodo semplice e pratico, consigliabile soprattutto per chi è alle prime armi. Quando le foglie sono ancora fresche e resistenti è più facile trovarle e raggiungere le parti interne delle cime per rimuovere tutti i loro steli. Quando si procede al trimming delle cime fresche, il processo è molto più veloce. Dovrete solo preoccuparvi di essiccare le cime, senza pensare al tempo che potreste perdere per rimuovere in un secondo momento le foglie. Durante l'essiccazione c'è il rischio che si sviluppino muffe tra gli steli delle foglie e le cime; è importante rimuovere alla perfezione gli steli dalle cime per ridurre al minimo i rischi. Il wet trimming è preferibile anche dal punto di vista estetico. La pulizia accurata delle cime fresche darà ai fiori un aspetto molto più elegante e gradevole, fondamentale soprattutto per chi coltiva a livello professionale in paesi dove è consentita la vendita della cannabis.
Quando avviene la fioritura della cannabis?
La fine della fase vegetativa si riconosce facilmente: quando dai nodi degli esemplari femmina cominciano ad emergere i pistilli, che si presentano come filamenti bianchi, vuol dire che è il momento. Nell'outdoor la fioritura si attiva durante il mese di agosto, quando le ore di buio e quelle di luce iniziano a bilanciarsi, fino ad arrivare a cicli di 12-12. I coltivatori outdoor piantano di solito tra aprile e maggio, in modo che ad agosto sia tutto pronto ad assecondare il suo ciclo naturale senza compromettere la resa del raccolto. Chi coltiva indoor può attivare la fioritura delle piante impostando un ciclo di illuminazione 12-12 (ovvero 12 ore di luce, 12 ore di oscurità completa). Durante la fioritura, la dimensione delle cime aumenta progressivamente. Quando le piante raggiungono una struttura e una dimensione ottimali, i coltivatori indoor modificano il fotoperiodo. Quando il ciclo passa da una fase 18-6, con 18 ore di luce e 6 ore di buio, a una fase 12-12, la pianta entra in allarme. La pianta di cannabis percepisce che l'inverno si sta avvicinando e che il suo ciclo vitale è in esaurimento. Perciò attiva la fase di fioritura, per produrre fiori e semi da rilasciare nell'ambiente per potersi riprodurre.
Quanto bisogna annaffiare la cannabis?
Che si scelga la coltivazione idroponica o quella in terra, l'acqua resta un elemento fondamentale per la crescita e la fioritura della pianta. Ci sono pareri discordanti sul miglior momento per innaffiare una pianta di Cannabis e su come seguire un piano di irrigazione corretto e bilanciato. Alcuni coltivatori sostengono che il momento migliore per irrigare sia al mattino, perché l'acqua viene assimilata con più facilità in presenza di luce. Secondo altri, l'irrigazione notturna contribuisce ad aumentare l'umidità del suolo, creando l'habitat perfetto per muffe e funghi. Indipendentemente dall'ora in cui si irrigherà, è importante conoscere alcuni pratici trucchi per determinare la quantità d'acqua richiesta dalle pianta in crescita. Una delle pratiche più diffuse per riconoscere il miglior momento per innaffiare è immergere il pollice nel terreno e verificarne il tasso di umidità. Si tratta di una tecnica sicura e valida per evitare di eccedere con l'acqua. È sempre meglio dare meno acqua che rischiare di darne troppa, perché le radici della pianta di cannabis hanno bisogno di ossigeno per respirare e l'eccesso di umidità può danneggiare le piante e farle marcire. Se si coltiva in vaso sarà sufficiente sollevarlo per capire se è il momento di irrigare la pianta: se il vaso risulterà pesante, vuol dire che la terra è ancora bagnata; se al contrario sembrerà leggero, vuol dire che la terra è secca ed ha bisogno di acqua.
Come si fa l'essiccazione della cannabis?
Ci sono diversi fattori da tenere sotto controllo per fare in modo che i risultati dell'essiccazione siano perfetti. È importante tenere sotto controllo la temperatura, l'umidità, la luce e il ricircolo dell'aria. Temperatura Durante i primi 3 giorni sarebbe ottimale tenere le piante a una temperatura stabile di 20 gradi Celsius. In questo modo i germogli si asciugheranno velocemente, senza seccarsi eccessivamente. Dopo i primi 3 giorni la temperatura dovrebbe essere abbassata a circa 17-18 gradi Celsius in modo da rallentare il processo. Umidità Durante i primi 3 giorni l'umidità relativa dovrebbe aggirarsi intorno al 50%. Dopo tre giorni l'umidità relativa dovrebbe salire a circa il 60%, anche in questo caso per rallentare il processo di essiccazione. Ricircolo d'aria È' molto importante che ci sia abbastanza ricircolo d'aria nella stanza, per questo è consigliabile utilizzare un ventilatore elettrico. Un dispositivo di ventilazione può anche tornare utile per controllare la temperatura e l'umidità. Non puntare, però, l'apparecchio direttamente sui germogli, ciò potrebbe seccare i germogli di cannabis in modo improprio. Buio La stanza dovrebbe essere relativamente buia poiché la luce, soprattutto i raggi diretti del sole, degradano il THC. Come scoprire se l'essiccazione è finita? C'è un metodo molto immediato: bisogna provare a spezzare lo stelo; se questo si spezza facilmente vuol dire che i germogli sono secchi. Se si curva, significa che c'è bisogno di più tempo.
Quali precauzioni devo adottare durante la fase vegetativa della cannabis?
Durante il periodo di crescita, le piante hanno un bisogno di ricevere molte sostanze nutritive, in particolare azoto e potassio. È facile accorgersi se si sta sbagliando qualcosa: se hanno una carenza di azoto o potassio, le piante ingialliscono velocemente. Se si usa la terra, questa fase andrà liscia come l'olio, perché il terriccio adatto alla coltivazione della Cannabis contiene già nutrienti sufficienti per tre/quattro settimane. Non occorrerà quindi aggiungere fertilizzanti fino al periodo di fioritura. Più la pianta diventa grande, maggiore sarà il fabbisogno di fertilizzante; potrà succedere che a un certo punto la pianta manifesti una carenza di nutrienti attraverso le già citate macchie gialle. Il dosaggio dell'acqua fertilizzata dovrà essere incrementato, oppure dovrete somministrare più frequentemente i nutrimenti.
Quali sono i problemi durante la coltivazione della cannabis?
I funghi sono presenze silenziose che possono mandare all'aria mesi di lavoro in un batter d'occhio. Sono esseri pazienti, una presenza latente che vive acquattata intorno alle vostre piante, in attesa che le condizioni diventino propizie per la loro diffusione. Umidità e disordine sono i migliori amici dei funghi: si presentano senza bussare e, se non scoperti in tempo, possono distruggere un intero raccolto. Il primo passo per evitare questa fastidiosa presenza è la prevenzione, perciò bisogna fare attenzione all'igiene del vostro spazio di coltivazione. Se coltivate indoor è fondamentale disinfettare tutto ciò che entrerà in contatto con le piante, partendo dal growbox fino ad arrivare a vasi e utensili. Per farlo ci si può avvalere di prodotti fungicidi o di una soluzione di acqua e candeggina al 5%. Durante la coltivazione, invece, è importantissimo mantenere la zona sgombra e pulita; alcuni coltivatori professionali usano addirittura dei vestiti puliti prima di accedere allo spazio di coltivazione, per evitare di portare con sé spore dall'esterno. Se si coltiva outdoor è molto più difficile tenere sotto controllo questo aspetto, ma utilizzare utensili disinfettati può comunque rivelarsi molto utile. Bisogna fare molta attenzione anche ai resti organici, che potrebbero trasformarsi in un ricettacolo di spore pronte a divorare la vostre coltivazione. Altri aspetto da tenere sotto controllo sono la temperatura e i livelli di umidità: per svilupparsi, i funghi hanno bisogno di determinate condizioni ambientali, che sono essenzialmente calore, umidità e assenza di ventilazione. Se verifichi che la tua coltivazione sia opportunamente areata, l'umidità relativa non superi il 50% nella fase di fioritura e la temperatura non sia maggiore di 25 gradi, sei già a buon punto. In outdoor è quasi impossibile monitorare al 100% questi fattori, perciò è importante non prolungare eccessivamente i tempi di coltivazione e soprattutto evitare di raccogliere in autunno, quando il rischio pioggia si fa molto più presente. Utilizza prodotti preventivi: non c'è bisogno che siano chimici, esistono un'infinità di sostanze organiche ad efficace azione fungicida. Se si usano talee provenienti dall'esterno, è importantissimo verificare che la madre originaria sia sana: non serve a niente pulire a fondo lo spazio di coltivazione se poi l'infezione è già dentro le talee.
Quando raccogliere la cannabis?
Esistono due principali metodi per valutare se una cima è pronta per essere raccolta: il metodo dei pistilli e il metodo dei tricomi. Il metodo dei tricomi è senza dubbio il più affidabile e apprezzato dai coltivatori, ma richiede un microscopio, per essere sicuri di ciò che non si può vedere a occhio nudo. In ogni caso, entrambi i metodi sono adatti ai coltivatori alle prime armi e sono molto utili per comprendere quando procedere al raccolto.
Quali sono le fasi della lavorazione della cannabis?
Le cime fresche sono molto vulnerabili, la resina e l'acqua che contengono può farle ammuffire con facilità, vanificando gli sforzi di mesi e mesi. Essiccando e trattando le cime di cannabis si possono migliorare il sapore e l'aroma delle infiorescenze, grazie al processo di decomposizione della clorofilla, che – se messo in atto in maniera graduale – rende meno aspro il sapore delle cime essiccate. L'obiettivo del processo di essiccazione è di ridurre l'acqua contenuta nei germogli, che dovrà passare dal 75% al 10-15%, in un tempo consigliato di 10-14 giorni. È importante fare in modo che i rami non si tocchino fra di loro, per evitare che acquisiscano una forma innaturale durante l'essiccazione. È ottimale liberarsi della maggior quantità di acqua possibile durante i primi 3 giorni di trattamento; da qui in poi il processo sarà in discesa.
Come si fa la concia della cannabis?
La concia è la fase successiva al processo d'essiccazione e serve ad aumentare la qualità delle cime.
È un'operazione fondamentale per due ragioni: 1)Facilita la degradazione della clorofilla, poiché permette ai batteri di avere sufficiente tempo da dedicare a questa procedura, che migliore notevolmente la qualità del prodotto. La clorofilla è un pigmento verde che si trova in tutta la pianta, ed è essenziale per svolgere le funzioni di fotosintesi. La clorofilla, però, contiene magnesio che, bruciando, rende il fumo più sgradevole e pesante da assaporare. Quando si concia una pianta, gran parte di questo residuo di magnesio viene rimosso dalle parti vegetali, aumentando sensibilmente la qualità complessiva dell'esperienza. 2) Permette di monitorare con precisione l'umidità delle cime. Con l'essiccazione, l'acqua presente nel germoglio viene eliminata, e questo rende la cima di cannabis più forte e facile da bruciare. Tuttavia, una cima eccessivamente essiccata può perdere i suoi migliori sapori e aromi. Il processo di concia deve iniziare quando le cime saranno sufficientemente secche da bruciare, ma con ancora una lieve resistenza alla combustione. In questo modo si riesce a monitorare il tasso d'umidità fino alla fine della concia.
Posso coltivare cannabis sul balcone?
Coltivare cannabis ad alto contenuto di THC è rischioso in Italia così come in altri molti paesi in cui la legalizzazione di questo principio attivo è ancora un miraggio lontano. Le sezioni unite penali della Cassazione deliberano che: “non costituiscono reato le attività di coltivazione di minime dimensioni svolte in forma domestica. Attività di coltivazione che per le rudimentali tecniche utilizzate, lo scarso numero di piante ed il modesto quantitativo di prodotto ricavabile appaiono destinate in via esclusiva all'uso personale del coltivatore".Questo significa che coltivare una piantina di marijuana sul proprio balconcino non dovrebbe portare alcuna complicazione, ma siamo proprio sicuri che sia così?Prima di tutto, non ci sono specifiche in merito alla grandezza di queste piante e soprattutto al contenuto di THC ammissibile, quindi capirete bene che il concetto di modesto quantitativo diventa soggettivo. In più si tratta di una sentenza della Cassazione, non di una legge, perciò nonostante faccia ben sperare in un nuovo percorso normativo, nulla allo stato attuale ci garantisce di non incappare in problemi.
Si può coltivare cannabis in Italia?
La legge 242/2016 ha regolamentato la coltivazione e la filiera agroindustriale della marijuana light nel nostro Paese. Attualmente non è più necessaria alcuna autorizzazione. Ma solo per la semina delle varietà di canapa certificate con un tasso di THC che può essere non superiore allo 0,2%. È inoltre tollerata una oscillazione del valore di THC fino al limite dello 0,6%. Entro il quale l’agricoltore non incorre in alcuna sanzione. Mentre permane l’obbligo della conservazione dei cartellini delle sementi (iscritte nel catalogo ufficiale) utilizzate per almeno 12 mesi. Attualmente, le coltivazioni ammesse sono a uso industriale (biomassa). Per la produzione a scopo ornamentale e alimentare attraverso la lavorazione dei semi privi di principi psicotropi.
Controllo qualità
Come faccio a capire se ho un prodotto di qualità?
Le cime devono avere un aspetto sano fin dalla prima occhiata, con colori brillanti che possono tendere al rossiccio, al porporino, ma non devono virare decisamente al marrone. Insomma: l’erba non deve apparire rinsecchita, o pallida, o ammuffita. Se osservata più da vicino (bisognerebbe usare una lente di ingrandimento) un’erba di buona qualità dovrebbe esibire una fitta peluria a ricoprire soprattutto le parti vegetali più prossime ai fiori. Questi “peletti” appaiono come piccoli cristalli che donano alla pianta quel vivace brillio di cui si parlava sopra e si chiamano tricomi: l’accumulo di questi tricomi si chiama kief. Oltre a ciò, le cime devono avere la giusta “compattezza”, devono avere cioè quel normale e ben noto aspetto fitto e poroso al contempo. Meno compatte le cime, maggior quantità di cannabis sarà necessaria.
Come viene garantita la qualità dei nostri prodotti?
Selezioniamo i fiori migliori grazie al nostro laboratorio qualitativo, che ci permette di monitorare ogni singolo passaggio: dalla crescita allo sviluppo, dalle problematiche alle criticità. Controlliamo la fase della coltivazione e della lavorazione in maniera assidua per assicurare il giusto apporto di cannabinoidi, alle migliori condizioni possibili le nostre infiorescenze. I nostri standard qualitativi sono certificati, garantiti. Per informazioni riguardo le analisi sui nostri prodotti invia una e-mail a info@terredicannabis.com
Cosa sono muffe e funghi nella cannabis?
La cannabis, come tutte le specie vegetali potrebbe soffrire degli attacchi di alcuni parassiti come muffe o funghi. Per combattere la Botrytis l'unica opzione è l'impiego di spray biologici, come i prodotti a base di Bacillus subtilis (Serenade), che possono aiutare a trattare la Botrytis e a tenerla sotto controllo fino al momento del raccolto, ma non riusciranno mai ad eliminarla del tutto. Per prevenire la diffusione della muffa, si possono spostare le piante infette in una stanza calda con umidità estremamente bassa.
Contro l'oidio, invece, si possono adottare alcune strategie in più. Ci sono alcuni rimedi naturali che sembrano funzionare: potete aggiungete due cucchiaini di aceto di mele in 1L d'acqua e spruzzare la soluzione sulle vostre piante, oppure si può preparare una miscela con 60% di latte e 40% d'acqua da nebulizzare sempre sulle piante. Entrambe queste formule hanno potenzialmente la capacità di uccidere l'oidio, ma la loro reale efficacia è discutibile. Al di là dei rimedi naturali, la prima cosa da fare è eliminare tutte le foglie infette e spostare la pianta in una zona calda con bassa umidità; poi si può procede ad applicare un fungicida spray sicuro e specifico per trattare le infezioni da muffa. Questo dovrebbe in qualche modo tenere sotto controllo la diffusione dell'oidio. Tuttavia, è importante tenere a mente che un eventuale trattamento a base di fungicidi andrà irrimediabilmente a compromettere la qualità finale delle cime. Questi prodotti, infatti, tendono ad alterare i sapori, gli aromi e la qualità dei fiori in sé. Inoltre, non dimenticatevi che sarete voi stessi a fumare le cime, per cui valutate sempre bene se vale veramente la pena inalare anche fungicidi e muffe.